Attenzione selettiva: perché il podcast è uno strumento passpartout

Può il podcast superare la barriera dell’attenzione selettiva? Cosa lo differenzia da una qualsiasi comunicazione pubblicitaria?

Sei in un posto affollato e stai leggendo qualcosa sullo schermo del tuo telefono: in quel momento il tuo corpo a contatto con l’esterno percepisce una certa temperatura, la luce cambia in ogni istante (perché il sole si sposta, o perché qualcuno si mette tra te e la luce di un lampione per esempio), in lontananza qualcuno suona un clacson, diverse persone ti sono passate accanto eppure di tutto questo non hai avuto consapevolezza. Come mai? 

Filtriamo gli stimoli

Ogni giorno ci muoviamo all’interno di città e paesi letteralmente strapieni di marchi, pubblicità, messaggi: il logo sul tuo cellulare, quello sull’orologio, tutti quelli sui vestiti, sulle scarpe, sulle borse, sui manifesti, sulle fiancate dei bus, sui manifesti, alla radio, nelle vetrine e potrei continuare per tantissimo. Viviamo in una “soluzione satura” di messaggi pubblicitari. Ma ne vediamo solo alcuni, come mai?

C’è un meccanismo della nostra psiche che ci aiuta a filtrare le informazioni, selezionando solo quelle pregnanti in quel dato momento. La mail che vogliamo leggere, la persona che vogliamo guardare, il podcast che stiamo ascoltando.

Si chiama attenzione selettiva.

Come si supera questa barriera? Introducendo uno stimolo molto forte per esempio: ecco perché c’è stato un periodo in cui, durante gli spacchi pubblicitari, il volume della TV aumentava. Una pratica che per fortuna è stata vietata dopo poco.

Oppure sollecitando un interesse già presente nella persona. Perché insomma, in assenza di un interesse preesistente, c’è davvero poco da fare.

Un mondo di pizzette e racchette da padel

Facciamo un esempio: hai mai notato che quando ti metti a dieta il mondo sembra fatto di pizzette? Sbucano ovunque. Ogni volta che ti giri ne vedi qualcuna in un banco, tra le mani di altre persone, ti arriva il profumo. Due settimane prima non ti succedeva mai e ora, all’improvviso, sono dappertutto. Eppure le pizzetterie c’erano anche prima.
È lo stesso meccanismo che sfruttano le campagne di “retargeting”, per cui se hai cercato in rete una racchetta da padel una volta, ne troverai sul qualunque sito: sanno che sei interessato a quell’oggetto perché lo hai già cercato, e che ti accorgerai di lui ogni volta che te lo trovi davanti.

I podcast sono la chiave

Cosa c’entra tutto questo con i podcast? Diciamo spesso che il podcast è molto ingaggiante, che chi inizia difficilmente abbandona l’ascolto (a meno che trovi  non di suo gusto quel che ascolta), e alla base di questa grande capacità di penetrazione nell’attenzione del pubblico, c’è proprio il fatto che la scelta di cosa ascoltare viene soprattutto in base all’argomento*, cioè in ragione di un interesse che ci fa selezionare quello stimolo e gli permette di superare la barriera all’ingresso.

La cosa molto interessante dell’attenzione selettiva però è che, una volta entrato dalla porta, il podcast non esce dalla finestra: cioè, se ha catturato la nostra attenzione, allora useremo il meccanismo di selezione per evitare di esserne distratti.

Vuoi approfondire gli argomenti correlati a questo articolo? ti suggerisco di leggere quello che ti spiega “cos’è un branded podcast”

*ne avevamo parlato qui: “come scegliere l’argomento di un podcast”.