Se sai già cos’è un branded podcast puoi passare al blocco successivo, altrimenti te lo spieghiamo qui.
È un podcast creato per promuovere un brand, cioè una marca. Ma è molto diverso da una pubblicità, perché il brand non è il protagonista della narrazione, ma resta sullo sfondo, in alcuni casi addirittura non viene nominato. Allora che serve un branded podcast?, dirai tu.
Be’, per spiegartelo, dobbiamo anche spiegarti che un brand non è semplicemente un logo o un nome, ma un insieme di rappresentazioni mentali ed emotive costruite (nel tempo) nella mente delle persone. Ed è anche un mondo “valori”.
I branded podcast raccontano i valori delle aziende
È su questo che lavorano, per rafforzare nella mente delle persone l’associazione tra quel valore (l’affidabilità, la simpatia, la leadership, la forza, la tenerezza etc) e il brand. E lo fanno in modo efficace a condizione che:
– l’ascoltatore sia consapevole del legame tra quel contenuto e il brand
– il podcast sia costruito come un contenuto di valore per chi lo ascolta, e non come una mera promozione.
Questo perché i podcast sono un media con una particolarità: devono essere scelti da chi li ascolta. Non sono un programma TV che ti viene proposto prima del telegiornale, una trasmissione alla radio etc. Somigliano molto di più a una serie in streaming, perché sei tu decidi cosa guardare/ascoltare ed fin questo che sta la sua forza.
Un altro elemento è la modalità di ascolto: handsfree, cioè che ti lascia le “mani libere”, letteralmente, per fare altro; e quindi è anche “multitasking”, cioè ti consente di ascoltarlo mentre porti a termine altre cose, qualsiasi altra cosa che non implichi l’ascolto (camminare, correre, fare le pulizie, guidare). Resta lì, nelle tue orecchie, un filo diretto con i tuoi pensieri mentre vivi il tuo quotidiano.
E non solo con i tuoi pensieri: il podcast diventa un racconto intimo (tra te e l’host) in cui passa incessante un flusso di emozioni.
Ma i branded podcast hanno anche un altro vantaggio: la loro enorme diversità rispetto ad altri contenuti li rende meno vincolati a certi “paletti” che vanno invece rispettati quando si parla di pubblicità. A condizione di rimanere coerenti con i valori di cui parlavamo, possono però usare linguaggi molto diversi da quelli con i brand si rivolgono di solito al proprio target.
Qualche esempio
Morgana, il podcast di Michela Murgia e Chiara Tagliaferri che parla di donne ribelli, irriverenti, fuori dagli schemi, è realizzato in collaborazione con Buddybank, il conto corrente di UniCredit realizzato su misura di smartphone, che voleva parlare al target femminile.
Lontano anni luce dal linguaggio che siamo abituati a sentir parlare dagli istituti di credito, molto amato dal pubblico (soprattutto) femminile, e collegato l brand soltanto da una minima citazione.
Il primo branded podcast della storia è quello fatto da General Electric nel 2017: The Message racconta una storia di fantascienza in cui i protagonisti, tutti crittografi, utilizzano le tecnologie di GE per interpretare un messaggio alieno.
Tazzine è un podcast prodotto in collaborazione con Lavazza, che fa parlare le tazzine dei caffè storici di Torino.
Ora potresti chiedere: ma sono tutti realizzati da grandi editori, o i branded podcast possono essere fatti anche dai podcaster indipendenti?
Ottima domanda!
La risposta è qui, nell’episodio di Podmaker Talk dedicato proprio a questo tema, di cui parleremo anche qui, sul blog, la settimana prossima!