Editoriale: Host Read: uno strumento per fare marketing con i podcast

La keyword della settimana in podmaker è stata “affinità”.

Mi piace molto, suona bene, ed esprime dei concetti di cui voglio parlare oggi.

Il tema dell’episodio del podcast in uscita oggi, e in generale quello che ci ha tenuti impegnati questa settimana, è l’host read.

Non ti spiegherò cos’è, non nel dettaglio almeno perché, se non hai ancora ascoltato l’episodio di Podmaker Talk dove il nostro Marcello Forcina ce lo racconta già molto bene, lo abbiamo approfondito anche sul nostro blog, dove potrai trovare un’ottima spiegazione.

Per i più pigri, invece, si tratta di un annuncio, all’interno di un podcast, che è stato scritto e viene letto/pronunciato/recitato per integrarsi perfettamente con il contenuto.

L’ultima ricerca di Ipsos – Digital Audio Survey 2022, ha fotografato un cambiamento nelle abitudini di ascolto degli italiani, segnalando che, anche se i classici banner (annunci) pre-post-mid roll sono i più efficaci, gli host read stanno crescendo. Ne abbiamo ampiamente parlato tempo fa.

Del resto, non ci stupisce affatto che in Italia prevalgano i formati banner e branded podcast, sarebbe strano il contrario, considerato che il podcast è un fenomeno piuttosto giovane, seppur in rapida espansione.

Se sei una di quelle persone che riescono a mantenere il filo del discorso, adesso dovresti chiedermi “che c’entra l’affinità?” E io farò finta che tu lo sia – a prescindere – perché è quello di cui voglio davvero parlare.

Sai perché un annuncio host read è un asset davvero molto importante?

Perché funziona come il consiglio di un amico che ha già provato un prodotto e ti dice: provalo anche tu. Se è un amico di cui ti fidi, sei molto incentivato a seguire il suo consiglio. (Altrimenti hai qualche problema a sceglierti gli amici, diciamocelo). Ora, il tuo amico difficilmente ti consiglierà di comprare qualcosa molto lontano da lui: se gioca a calcio, non ti parlerà del padel; se è un ecologista, non tesserà le lodi dei SUV e così via.

Succede la stessa cosa per i podcaster: li scegli perché sono affini ai tuoi interessi. Ma anche loro, se prendono in carico un brand che vuole fargli fare un host read, staranno ben attenti a che tipo di brand è perché non vogliono incrinare il rapporto di fiducia che vi unisce.

Quindi, anche loro cercano un’affinità con i brand di cui parlano. Ed è per questo che sono davvero molto efficaci: sono lì, perfettamente integrati nel podcast che ascolti e che hai scelto per contenuto, forma e valori.

Ma allora, perché se ne fanno ancora così pochi rispetto ad altre forme di adv?

Cito testualmente l’articolo che abbiamo pubblicato sul nostro blog: «un annuncio host read invece è sempre diverso, sempre integrato nel podcast che lo ospita, e necessariamente coerente con l’host (il suo show, il suo tono di voce, i suoi valori). Sembra piuttosto ovvio che si tratti di uno strumento che sembra nato per i podcaster indipendenti. Quindi per scegliere un asset del genere in una campagna bisogna prendersi la briga di cercare, trovare, contattare i singoli podcaster e seguirne il lavoro

Ci vuole tempo, impegno e pazienza. Ci vorrebbe qualcuno che si occupi di questo, starai pensando. Sì, ci vuole proprio! Ma ne riparliamo la settimana prossima?

Have a good listen!!