Il podcast come modello sostenibile

I podcast stanno cambiando lo scenario.

Su questo blog ne parliamo dall’inizio e gli ultimi articoli, entrambi su ricerche statistiche dedicate, ci portano sempre di più a inquadrare questo non più come un fenomeno dal futuro incognito, come poteva essere nel 2020.

Oggi è evidente che si è guadagnato un ruolo tra gli altri media, non soltanto nei paesi che per primi lo hanno scoperto – gli USA su tutti – ma anche qui in Italia, dove gli ascoltatori continuano a crescere anno dopo anno.

Nell’episodio di Podmaker Talk dedicato alla figura dell’artigiano digitale, in cui Marcello Forcina intervista Giulio Gaudiano, questo elemento è al centro di alcune riflessioni molto stimolanti e perfettamente in linea con il progetto Podmaker.

Podmaker: l’artigiano digitale

Già il nostro nome vuole puntare la luce su un aspetto fondamentale di questo media: i podcaster oggi sono artigiani – Makers – che riescono con pochi mezzi e molto impegno a realizzare prodotti di grande qualità. A differenza di quanto accade con chi produce altre tipologie di contenuti, però, questo ha delle caratteristiche che lo rendono diverso dagli altri sia per modalità e luoghi di fruizione, sia per durata, sia perché la sua stessa forma lo porta a instaurare con il proprio pubblico un rapporto che si fonda sull’attenzione e sull’intimità.

Un nuovo modello di business

Nell’articolo sulla Discoverability (che trovi qui) avevamo parlato della teoria della coda lunga e di come questa si adattasse perfettamente al podcast, e avevamo anche anticipato che il modello di business basato sui grandi volumi di traffico, sulla quantità, non può essere quello del podcasting e meno che mai dei podmakers.

Il podcast è un modello sostenibile

Quello che vogliamo tracciare è un modello sostenibile: e lo è perché a differenza dei contenuti realizzati, per esempio, sui social, il podcast non si “consuma” nell’arco di 48 ore al massimo. In questo caso, l’impegno profuso per realizzarlo è premiato dal fatto che quel contenuto continua la sua vita nel tempo, restando in attesa di un nuovo ascoltatore che lo scopra. È sostenibile perché non è basato sulla ripetizione all’infinito di un messaggio, ma sulla credibilità che il podmaker costruisce episodio dopo episodio. 

E infine è sostenibile perché, se è vero che ognuno può creare il proprio podcast chiuso tra le mura di casa, è altrettanto vero che ogni volta che i podcaster lavorano insieme, collaborano, condividono i propri spazi, ne traggono tutti quanti benefici rilevanti.